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06/08/12
Immagine: © Egidio Magnani
Roma - Ilva di Taranto :
le carte processuali tirano in ballo il presidente della Commissione Aia
Legambiente: “Dario Ticali si dimetta dalla
presidenza della Commissione.
Per garantire un futuro pulito a Taranto serve
rigore e trasparenza”
“La nuova Aia che dovrà essere rilasciata all’Ilva da
parte del Ministero dell’ambiente è uno strumento fondamentale per rendere
compatibile l’attività dello stabilimento siderurgico con il rispetto
dell’ambiente e della salute. Ma non si devono più ripetere le ombre e gli
errori del passato.
È per questo che, alla luce delle indiscrezioni
uscite sulla stampa riguardanti i contatti intercorsi tra i dirigenti e i legali
dell’azienda, l’avvocato Luigi Pelaggi, ex capo della segreteria tecnica del
ministro Prestigiacomo, e il giovane ingegner Dario Ticali, ancora oggi
presidente della Commissione istruttoria per l’Autorizzazione integrata
ambientale - IPPC, crediamo che sia opportuno che quest’ultimo rimetta il suo
mandato nelle mani del ministro Clini, che deve sostituirlo prontamente con un
nuovo presidente di provata e rigorosa esperienza, inattaccabile sotto ogni
punto di vista”.
È
questo il commento di Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di
Legambiente, sulle indiscrezioni di stampa uscite nei giorni scorsi a proposito
delle carte processuali che tirerebbero in ballo anche il presidente della
Commissione Aia, più volte contattato dall’ex capo della segreteria tecnica
dell’ex ministero dell’ambiente, prima del rilascio dell’autorizzazione avvenuto
nell’agosto 2011, a quanto sembrerebbe per aggiustare il parere della
Commissione.
Un parere che era stato oggetto di altri gravi incidenti di
percorso come quello avvenuto nel 2008 quando il conferimento dell’incarico di
valutare la documentazione per l’Aia presentata dall’Ilva fu dato ad un tecnico
della Commissione che poi risultò avere precedenti penali e che per questo
motivo era stato sospeso dall’incarico.
“Abbiamo sempre sostenuto –
aggiunge Cogliati Dezza - che l’autorizzazione data all’Ilva dal ministro
Prestigiacomo sembrava scritta sotto dettatura da parte dell’azienda. Leggere
gli stralci dell’ordinanza della magistratura dagli organi di stampa di questi
giorni confermerebbe quanto sospettato e più volte esplicitato dalla nostra
associazione in questi ultimi anni. Serve ora fare piazza pulita da tutti questi
sospetti per garantire al fondamentale lavoro della Commissione Aia di operare
senza alcun condizionamento”.
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